Crespi d’Adda è una scuola a cielo aperto

È il 1994 e nelle sale del Comune di Capriate San Gervasio si lavora per predisporre la candidatura di Crespi d’Adda a sito UNESCO. Le procedure non sono per nulla semplici, perché sono molti i passaggi da seguire e tantissima la documentazione da presentare.

Tuttavia l’iter di candidatura di Crespi d’Adda alla lista del Patrimonio Mondiale continua. Tutti sono convinti che sia una preziosa eredità del passato da trasmettere alle generazioni del presente e a tutte quelle che verranno in futuro.
Si concorda che sia un luogo unico da identificare, proteggere e tutelare, preservandolo dall’avanzare del tempo e dallo sgretolio della memoria.
A ottobre dello stesso anno viene organizzato un convegno internazionale dal titolo esplicativo: “Crespi d’Adda: realtà e prospettive”. L’evento è ospitato nello spettacolare atrio della storica villa padronale di Crespi d’Adda e finalmente si annuncia la nomination. Vengono così inviate all’UNESCO le motivazioni per le quali si pensa che Crespi d’Adda abbia le caratteristiche per essere inserito nella lista del Patrimonio Mondiale, ovvero il fatto di essere di eccezionale valore universale - OUV, Outstanding Universal Value.
Pochi mesi dopo, l’UNESCO invia nel Comune di Capriate San Gervasio un esperto di fama internazionale, appartenente a un organismo consuntivo, l’ICOMOS. Passano settimane di attesa, nelle quali tutto il paese si augura il meglio. Le speranze vengono finalmente corrisposte, perché il rapporto conclusivo redatto dall’esperto si rivela essere positivo.
È il dicembre 1995 e a Crespi d’Adda l’aria si riempie di entusiasmo: il villaggio operaio è ufficialmente entrato a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. La motivazione è basata sui criteri IV e V previste dalle Linee Guida Operative:
(iv) Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana. (v) Essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una cultura (o più culture) o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto vulnerabile per effetto di trasformazioni irreversibili.

Crespi d’Adda è riconosciuto dall’UNESCO come sito di valore universale, perché eccezionale esempio dei villaggi operai che nacquero tra il XIX e il XX secolo in Europa e nel Nord America, come espressione della filosofia di industriali illuminati perché desiderosi di soddisfare le necessità dei propri lavoratori. Da allora il villaggio operaio di Crespi d’Adda fa parte dei 1121 siti UNESCO nel mondo e tra i 55 detenuti dall’Italia. Un record che si contende con la Cina.